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Gli Ormoni Biodentici

Tratto dal libro Menopausa- Il Tempo Ritrovato di Roberta Raffelli

Il mio approccio si oppone in modo deciso alla medicalizzazione della menopausa, non una malattia ma una delle tante fasi di passaggio e cambiamento che la vita ci mette davanti, potenziale fonte di crescita intellettuale, emozionale, spirituale ma anche, se ben gestita, fisica e sessuale. Tuttavia, non tutte le menopause sono uguali e non ha senso rifiutare radicalmente l’uso degli ormoni, che talvolta sono non solo utili ma indispensabili. Infatti, se fisiologicamente la menopausa subentra dopo alcuni anni di graduali cambiamenti, che permettono al corpo di prepararsi a poco a poco, è diverso il discorso per la menopausa precoce, prima dei 45 o addirittura dei 40 anni, che di solito interviene in modo più brusco, e ancora di più per la menopausa indotta, in modo chirurgico o farmacologico, che quasi sempre presenta sintomi drammatici proprio per la sua comparsa repentina. In ogni caso anche una certa percentuale di donne in menopausa fisiologica presenta disturbi che sono difficilmente gestibili se non con l’intervento ormonale.La grande differenza, però, rispetto al passato è che negli ultimi anni abbiamo a disposizione terapie con ormoni, sia di sintesi che ricavati da piante, dotati di un’azione fisiologica e praticamente privi di effetti collaterali e di rischi, se somministrati con competenza. Sono i cosiddetti ormoni bioidentici, termine che indica che la molecola è esattamente uguale a quella degli ormoni prodotti dal nostro corpo. Per la precisione, i principi attivi sono noti da decenni, tanto che sulla loro base strutturale sono stati costruiti i derivati sintetici; di recente c’è solo una loro maggior diffusione e la consapevolezza dei vantaggi del loro uso. Sono terapie personalizzate, che richiedono più impegno sia da parte del terapeuta che della paziente, perché non esistono dosaggi standard e vanno monitorizzate sia clinicamente sia, talora, con esami di laboratorio.

Sono spesso un po’ più costose e un po’ più complesse da assumere rispetto alla classica pillola, ma i vantaggi che offrono compensano abbondantemente questi disagi. 

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Prima di parlare di terapia occorre però una precisazione terminologica: ormoni bioidentici e ormoni naturali non sono sinonimi. Ormone bioidentico, come già detto, significa che stiamo utilizzando esattamente la stessa molecola che produce il nostro corpo, che sia essa di provenienza naturale (piante) o di laboratorio. Non esiste differenza da questo punto di vista perché l’organismo non sa distinguerne l’origine. Si possono valutare i prodotti disponibili in commercio sulla base della formulazione e degli eventuali eccipienti utilizzati, ma dal punto di vista farmacologico sono indistinguibili. Gli ormoni bioidentici sono preparati dalle aziende farmaceutiche sotto forma di polvere, in genere ricavata dall’igname (dioscorea villosa) o dalla soia; con questa materia prima poi le farmacie dotate di laboratori per le preparazioni galeniche formulano il prodotto finale secondo le indicazioni fornite dal terapeuta. Poiché gli ormoni somministrati per via orale vanno direttamente al fegato, dove vengono convertiti in metaboliti meno o per nulla attivi, oltre a stimolare la sintesi di proteine spesso ad azione sfavorevole, la via di assunzione preferibile è quella transdermica o in alternativa intravaginale o sublinguale, in modo che il principio attivo venga direttamente immesso nel torrente circolatorio.

Invece gli ormoni naturali non sono necessariamente bioidentici: tipico esempio è il vecchio Premarin, il primo estrogeno messo a punto da un’azienda farmaceutica, che è estratto dall’urina di cavalla gravida. Si tratta quindi di estrogeno naturale, bioidentico per la cavalla ma non per la donna!

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